mercoledì 29 agosto 2018

LE VACANZE ESTIVE A RADIATORSPRINGS


  La mamma tripolare è stata tre settimane in un paese chiamato RadiatorSprings perso in mezzo ad una distesa di terre rosse e poca vegetazione. 
Ci sono arrivati dopo due giorni di viaggio pacifico e a tratti addirittura divertente, controllando con orgoglio le proprie paturnie e pensieri funesti dovuti ad ore di percorrenza sulle lunghe autostrade mediterranee. 
Hanno trovato cugini a braccia aperte e una famiglia che fa sembrare sempre il loro arrivo l’evento più atteso dell’anno. 
Ha aperto valigie, consegnato i costumi e iniziato ufficialmente la vacanza.
  Ha avuto a che fare con le tormente estive tipiche di RadiatorSprings, nuvole cariche di fulmini e acque torrenziali ma brevi. Ha coccolato la nuova splendida nipotina che sembra nata apposta per farsi abbracciare mentre sorride. Ha lottato invano contro la ferrea volontà della nonna nel distribuire abbondanti dose di cioccolato tutti i bambini. Ha urlato furibonda durante le pericolosamente brevi sessioni dedicate ai compiti delle vacanze. 
  Ha zizzagato tra le sue ansie durante i bagni in piscina nascondendo professionalmente gli attentononcorreresulbordodellapiscina-mettilacremasolarechetiustioni-nonsaltarecosivicinoallaparete-attentoquandotilanciditesta-unoduetrequattrocinqueseicisietetuttienessunoèaffogato. 
  Ha mangiato cose proibitive ma che una volta all’anno le sembra il minimo per una vita felice. Ha pensato che certi ritrovi con le amiche sono una medicina e che il tempo, per i molti ricordi insieme, non passa mai.
  Ha partecipato alla inaugurazione della Torre (vedi post preced.), ha visitato un Oceanografico dove gli squali ti nuotano sopra la testa e le belughe cantano ad un volume formidabile. E’ tornata per un giorno nel paesino dove ha vissuto due anni della sua infanzia e rivisto un compagno delle elementari dopo trent’anni.
  E’ riuscita a tenere a bada le sue tre polarità, grazie al tempo rallentato, al vento caldo che porta con sé un sopore che tramortisce e calma, allo spazio dilatato delle vacanze in famiglia e alla beatitudine di avere poco da fare e pensare.
  Alla fine ci sono stati due giorni di viaggio un po’ meno divertente perché era quello di ritorno, ma che, per la gioia della mamma chioccia che ha sempre mantenuto l’occhio vigile, è andato liscio liscio. E’ rientrata in casa all’ora di pranzo, ha salutato il gatto, disfatto le valigie e ordinato l’immediato ripristino dei compiti delle vacanze letteralmente abbandonati. ll giorno dopo ha ricominciato a lavorare.

  A distanza di ventiquattro ore l’effetto benefico della veranda magica e ventilata è sparito.
  Ma per fortuna sono rimaste le bellissime immagini estive nella mente, la stretta nel cuore e qualche maledetto chilo da fare sparire il prima possibile.

venerdì 17 agosto 2018

LA TORRE

  

En Radiatorsprings se está construyendo una torre que se convertirá en castillo que se convertirá en una casa en el árbol.
  Sin contar el primer cuarto de hora de montaje de la plataforma, donde todas las manos y todos los brazos y todas las fuerzas apenas han bastado, ha sido la idea genial de este año de los tíos R&N.
  La Torre será un lugar maravilloso para siempre donde jugar y pelearse, un lugar donde cultivar la 'primohermandad' veraniega durante los años venideros.
Han surgido ya las primeras discusiones sobre cómo amueblarlo, cómo utilizarlo, sobre las prioridades y usufructo según el grado de jerarquía, susurrando futuros actos vandálicos para conquistar el castillo.
  La Torre tendrá una escalera ancha y una bandera, un himno y reglas precisas para un uso sin peligros.
Un día tendrá muros sólidos y en sus alturas una tabla y una red para subir al árbol.
  Pero por ahora se juega sobre la osamenta de madera de aquello que será, se sube y se otea lejos, entre las ramas frondosas donde se engarza la torre. Por ahora el armazón se rellena sólo de imágenes y se sueña ya la fortaleza en la que se convertirá. Porque es tan fácil, cuando se es pequeño y se vive en Radiatorsprigns, ver aquello que no se puede ver y moverse entre lo que no existe todavía. Cuando se tiene la suerte, junto a quien se quiere, de poder dejar para siempre las huellas en los cimientos.

LA TORRE

  

  A Radiatorsprings si sta costruendo una torre che poi sarà castello che poi sarà casa sull’albero. Tolto il brutto quarto d’ora del montaggio della piattaforma, dove tutte le mani e tutte le braccia e tutte le forze sono bastate a mala pena, è stata l’idea geniale di quest’anno degli zii R&N. 
  La Torre sarà un meraviglioso posto per sempre dove giocare e litigare, un posto dove coltivare la cuginanza estiva per gli anni a venire.
Sono già sorte discussioni sull’arredamento e l’utilizzo, sulle priorità e usufrutto in base ai gradi di anzianità, sussurri su futuri atti vandalici di nonnismo per la conquista del castello.
  La Torre avrà una larga scala e una bandiera, un inno e delle regole precise di utilizzo in sicurezza. Un giorno avrà dei muri solidi e in alto un asse e una rete per stare sull’albero.
  Ma per ora si gioca sullo scheletro di legno di quel che sarà, si sale su e si guarda lontano tra i rami folti dove si infila la torre. Per ora la carcassa si riempie solo d'immagini e si sogna già la fortezza che diventerà. Perché è così facile, quando si è piccoli e si vive a Radiatorsprigns, vedere quello che non si vede e muoversi in mezzo a quello che non c’è ancora. Quando si ha la fortuna, insieme a chi si vuole bene, di poter lasciare per sempre le impronte sulle fondamenta.

venerdì 10 agosto 2018

DUE PICCOLI SCOUT E IL CAMPO ESTIVO. GIORNO 7/7


-Che ora è?
-Le 9. Niente messaggi.
-.........
-E adesso?
-Le 9 e 5 minuti. E niente messaggi.
-Stasera devo scrivere l’ultima puntata.
-Di cosa?
-Del campo estivo. Il ritorno. Se ritornano…
-Certo, amore. Sissamai. Son tutti lì ad aspettare un finale, che poi dipende, finale da Commedia o finale da Tragedia.
-Non portare sfiga tu. Messaggi?
-Niente.
E così la mattina della mamma tripolare è passata attendendo un orario di arrivo e chiudendo valigie.
Alla fine i Due Piccoli Scout sono tornati. Con gli zaini terribilmente puzzolenti, fiumi inarrestabili di parole e un polso leggermente scheggiato.
Hanno scoperto che il tempo vola quando ci si diverte e che a loro sembra ieri quando sono partiti.
Hanno mangiatoverdure, corso veloci nelle lupettiadi, caduti dai letti a castello, organizzato il loro tempo in autonomia, scoperto di essere sonnambuli, pulito bagni con quantità spropositate di detersivo, visto come si scioglie lo stagno per fare monete, raccolto le more, fatto la festa dell’ impero cinese e tante altre cose, che forse non sapremo mai. Perché quando si va a un Campo Estivo la cognizione del tempo e della memoria svanisce come per magia.
La mamma chioccia, all’arrivo del pullman, ha guardato con curiosità i genitori in attesa, e non l’è sembrato vero di sentire “Questi sette giorni, però, non passavano mai”. Ha detto con supponenza a tutti “ALLORA NON SONO IO LA PAZZA!!” e si è lanciata verso il fiume dei bambini che scendevano dall’autobus. Ha morso sul collo una Giovane Capo che urlava goliardica “Allora bambini, torniamo su di nuovo?”, ignorando il lungo “Sìììììììì!!!” di tutto il branco. Ha salutato velocemente altre mamme chioccia che fuggivano correndo con i figli sulle spalle, ha chiamato gli zaini puzzolenti, che si sono diretti da soli verso la macchina e, strattonando dalle camicie i propri piccoli scout, è scappata con un lungo sospiro di sollievo.
La mamma scialla ha guardato con nostalgia il mese di ottobre, dove ricominceranno le uscite, spera che il tempo voli anche per lei. Poi si è imboscata dentro il portabagagli del piccolo autobus, perché l’autista tatuato le è sembrato un ottimo accompagnatore per raggiungere la frontiera dell’Argentina.
La mamma leonessa, col senno di poi, ha pensato che alla fine ne è valsa la pena. I piccoli scout sono tornati intensamente felici dell’esperienza e non hanno smesso un solo secondo di parlarne, tranne durante il tramortimento pomeridiano, esausti e rilassati, sui loro letti.
La mamma leonessa si ricorda di sua mamma, che dormiva sul divano per ore e ore, in attesa di sentire la chiave nella toppa. Che poi la doveva svegliare sbuffando perché non serviva aspettare il rientro. Si ricorda di lei stessa, allora, che non aveva mai capito niente fino ad ora.
Questa sera ci sono tutti, quando si spegnerà la luce saranno di nuovo in cinque, e anche se è stata bravissima a mantenere l’equilibrio, sa che dormirà con abbandono, con il cellulare finalmente lontano e spento, con il leggero russare oltre la sua stanza, per recuperare le ore di sonno legittimamente perdute.

giovedì 2 agosto 2018

DUE PICCOLI SCOUT E IL CAMPO ESTIVO. GIORNO 5/7.

  Dei due piccoli scout ovviamente non si hanno notizie. Il che, come da accordi, vuol dire che va tutto bene.
  La mamma tripolare ha riempito le sue giornate di lavoro e impegni, sere incluse, in modo di avere pochissimo tempo da dedicare a pensieri e meditazioni funeste. L’unico figlio rimasto ha assorbito gran parte delle sue attenzioni, pretendendo concentrazione e dedizione per se stesso dal resto degli abitanti della casa perché non gli par vero di avere ogni cosa, inclusi i genitori, da godersi in solitudine.
  La mamma chioccia, nonostante la stanchezza dovuta al sovraffollamento degli spazi mentali, ha avuto modo di avere qualche volta le palpitazioni e l’insonnia e non ha resistito alla tentazione di cercare sulla rete il probabile luogo (lei si è detta che sì, è quello lì, perché è una casa bellissima in un prato bellissimo) dove soggiornano i piccoli scout. Invece con il meteo riesce ancora a controllarsi, in una sorta di scommessa con se stessa, o forse è più una sorta di “occhi non vedono cuore non duole”. La mamma chioccia, questa volta, ha dovuto fare molti sforzi, tra cui leggere un libro molto bello su un rapitore seriale di bambini incustoditi. Ma lei i libri non li molla mai, anche quando la sommergono nel suo alone di apprensione, e l’ha letto tutto d’un fiato, di corsa, come se qualcuno corresse dietro di lei, per finirlo il prima possibile e scrollarsi di dosso l’aggiunta gratuita di paure.
  La mamma scialla pensa in continuazione alle valigie da riempire selvaggiamente, alle uscite senza figli, al sonno buttato via questa settimana, al caos che sarà l’ormai vicino weekend. Ma soprattutto pensa agli anni che mancano per mandare un terzo piccolo scout con i fratelli ad un lungo e proficuo campo estivo. E non vede l’ora.
  La mamma leonessa sgrana i giorni. La conta è molto simile a quella delle vacanze, quindi lascia con gioia che il figlio unico rimasto faccia la sua crocetta sul piccolo calendario che si sono costruiti appositamente per gustarsi in anticipo la partenza.
I giorni passano lenti, èancoralunedìèancoramartedìoddioègiàgiovedì, ma per lei, da sempre, quando si può già dire “dopodomani”, il traguardo si sente vicinissimo.
  Non cerca di immaginare niente perché impara anche lei, piano piano. Ormai non manca tanto. Tra loro soltanto un paio di giorni e di notti, un turno di lavoro, valigie, una cena a due, un unico figlio fagocita e iperattivo e una lista compilata a metà di cose da non dimenticare.
  E’ serena e aspetterà che i racconti del campo sorgano durante il lungo viaggio, dopo che saranno svenuti dalla stanchezza, rinvenuti per mangiare e svenuti di nuovo per diverse volte.
  La mamma leonessa che, fin da molto piccola, del distacco ha fatto la sua bandiera, è bravissima a non far trapelare nulla nè prima nè dopo. Perché vuole dare a loro la certezza che, quando un giorno diranno: “io vado”, lei saprà sempre rispondere: “vai”.

DUE PICCOLI SCOUT E IL CAMPO ESTIVO. GIORNO 1/7


Baci e abbracci.

-Comportatevi bene e non fate stupidate, bimbi, e attentiagliorsialleserpentiaiburroniaifiumialletempesteagliorchieaignomicattividelbosco.

-Ok, mamma. Ciao, ora vai.

-Bene, Giovani Capi, ve li lascio, noi cominciamo ad andare. Mi raccomando…

-Quanta fiducia… Dai che ci divertiremo!

-Certocerto.

-Non si preoccupi.

-No, ma io non mi preoccupo. Sono solo un pò ansiosa nonché leggermente paranoica.

-Addirittura? Ma tipo che adesso ci segue in macchina fino all’arrivo?

-Non datemi idee. Sappiate che ci penserò tutto il tempo.

-Vada, vada. Tanto lo sa già, se non ci sente è perché va tutto bene.

-Si, lo so - (bella idea demmerda) - Allora buon lavoro a voi.

-Grazie, signora! Ci sentiamo tra una settimana per l’orario di ritorno.

Grazieunacippa, pensa la mamma tripolare. Ma se ne va senza girarsi.
Oggi la mamma chioccia ha fatto grandi progressi. E’ stata in un luogo dove il telefono è rimasto irraggiungibile per ben due ore all’andata e due ore al ritorno, potendo consultare le notizie ansa ed eventuali chiamate perse soltanto pochissime volte. Ci ha rimuginato spesso durante la camminata ma nel frattempo ha parlato quasi ininterrottamente sfidando il fiatone per coprire i pensieri funesti, si è presa insieme ai compagni un acquazzone tremendo, ha mangiato polenta e formaggio ed è pure riuscita a divertirsi molto. E’ stata tramortita dalla stanchezza della giornata e non ha mai guardato ilmeteo.it nonostante l’improvviso e veloce temporale, consapevole che con molta probabilità si è replicato pure nel bresciano sui piccoli scout.

La mamma scialla ha ammirato a lungo una isolata locanda in mezzo al percorso alpino, con una veranda fiorita e un promesso silenzio assoluto al calar della notte, cullando il sogno segreto di nascondersi lì per i prossimi mesi.

La mamma leonessa, avendo ben impresse in testa le facce sorridenti e spettanti di tutti i lupetti che sostavano vicini ad una colorata montagna di zaini, ha solo pensato, un po’ per farsi forza e un po’ perché lo crede veramente, che non c’è nessun motivo al mondo per cui la prima giornata del campo non possa essere stata bellissima e divertente anche per i due piccoli scout.