giovedì 2 agosto 2018

DUE PICCOLI SCOUT E IL CAMPO ESTIVO. GIORNO 5/7.

  Dei due piccoli scout ovviamente non si hanno notizie. Il che, come da accordi, vuol dire che va tutto bene.
  La mamma tripolare ha riempito le sue giornate di lavoro e impegni, sere incluse, in modo di avere pochissimo tempo da dedicare a pensieri e meditazioni funeste. L’unico figlio rimasto ha assorbito gran parte delle sue attenzioni, pretendendo concentrazione e dedizione per se stesso dal resto degli abitanti della casa perché non gli par vero di avere ogni cosa, inclusi i genitori, da godersi in solitudine.
  La mamma chioccia, nonostante la stanchezza dovuta al sovraffollamento degli spazi mentali, ha avuto modo di avere qualche volta le palpitazioni e l’insonnia e non ha resistito alla tentazione di cercare sulla rete il probabile luogo (lei si è detta che sì, è quello lì, perché è una casa bellissima in un prato bellissimo) dove soggiornano i piccoli scout. Invece con il meteo riesce ancora a controllarsi, in una sorta di scommessa con se stessa, o forse è più una sorta di “occhi non vedono cuore non duole”. La mamma chioccia, questa volta, ha dovuto fare molti sforzi, tra cui leggere un libro molto bello su un rapitore seriale di bambini incustoditi. Ma lei i libri non li molla mai, anche quando la sommergono nel suo alone di apprensione, e l’ha letto tutto d’un fiato, di corsa, come se qualcuno corresse dietro di lei, per finirlo il prima possibile e scrollarsi di dosso l’aggiunta gratuita di paure.
  La mamma scialla pensa in continuazione alle valigie da riempire selvaggiamente, alle uscite senza figli, al sonno buttato via questa settimana, al caos che sarà l’ormai vicino weekend. Ma soprattutto pensa agli anni che mancano per mandare un terzo piccolo scout con i fratelli ad un lungo e proficuo campo estivo. E non vede l’ora.
  La mamma leonessa sgrana i giorni. La conta è molto simile a quella delle vacanze, quindi lascia con gioia che il figlio unico rimasto faccia la sua crocetta sul piccolo calendario che si sono costruiti appositamente per gustarsi in anticipo la partenza.
I giorni passano lenti, èancoralunedìèancoramartedìoddioègiàgiovedì, ma per lei, da sempre, quando si può già dire “dopodomani”, il traguardo si sente vicinissimo.
  Non cerca di immaginare niente perché impara anche lei, piano piano. Ormai non manca tanto. Tra loro soltanto un paio di giorni e di notti, un turno di lavoro, valigie, una cena a due, un unico figlio fagocita e iperattivo e una lista compilata a metà di cose da non dimenticare.
  E’ serena e aspetterà che i racconti del campo sorgano durante il lungo viaggio, dopo che saranno svenuti dalla stanchezza, rinvenuti per mangiare e svenuti di nuovo per diverse volte.
  La mamma leonessa che, fin da molto piccola, del distacco ha fatto la sua bandiera, è bravissima a non far trapelare nulla nè prima nè dopo. Perché vuole dare a loro la certezza che, quando un giorno diranno: “io vado”, lei saprà sempre rispondere: “vai”.

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